
Vivere di più, vivere meglio
Mi piace pensare ai luoghi come il mio Gaiole in Chianti, a suo tempo definito da Forbes (2008) il Comune più vivibile d’Europa.
Nel tempo della velocità a tutti i costi, sono profondamente convinto che sia necessario riscoprire un diverso stile di vita, certe abitudini, a partire dal confronto fra generazioni millenarie di contadini e la mia, che ha vissuto in prima persona cambiamenti capaci di uccidere ben altro che i dinosauri.

Parlare della lunga vita significa parlare di conservazione del territorio, dell’ambiente, di tessuto in disgregazione, di rapporti interpersonali, di soglie vitali, di filosofie di vita, di obiettivi reali o imposti dal mercato, di sanità pubblica.
La lunga vita è un bene da reinsegnare a tanta gente, a partire dai giovani, che potrebbero (dovrebbero) scoprire i modi corretti di gestire le proprie esistenze in rapporto col proprio fisico, col mondo e con gli altri.
La mia lunga vita
Penso che la mia sia la generazione di congiuntura. Il Brocci, figlio di contadini, uguali a se stessi per millenni, nato in campagna profonda, ha vissuto sulla propria pelle ogni rivoluzione materiali e del costume. Posso raccontare come si stava quando si stava peggio, prima che intervenissero, raccolti in pochi decenni, sconvolgenti cambiamenti epocali.
Ed è proprio la mia generazione, nonché la mia vita, che è passata dai viaggi in bicicletta per i primi mercati di mia mamma, ai viaggi mondiali in ogni loro forma, nel mio caso soprattutto on the road, per conoscenza e solidarietà. Alla scoperta, ogni volta, di quei luoghi in cui è possibile fermarsi e capire che il viaggio è anche e soprattutto nella nostra mente e nelle nostre sensazioni.