
Recuperare lo sport e la sportività
Sportivo, lo sono sempre stato; innumerevoli le volte in cui, come giocatore, arbitro, opinionista, mi sono trovato a contatto con il mondo dello sport professionistico e con la delusione nel costatare la tendenza, sempre più marcata, a quello che mi piace (o spiace) chiamare lo sport di plastica, ormai geneticamente modificato dall’azione di procuratori, manager, preparatori, medici e apprendisti stregoni.

Proprio per andare contro a questa ondata di sport da rotocalco, ormai nel ’97, ho fondato l’Eroica, la manifestazione cicloturistica non competitiva che, recuperando la bellezza della fatica e il gusto dell’impresa, è riuscita a farsi strada in tutto il mondo. Perché il ciclismo? Perché penso che oggi solo il ciclismo possa farcela a recuperare la sua radice autentica sottraendo tanta parte di sé dallo Squadrone Avvoltoi di cui sopra.
Quello che scrivo, che dico e che penso gira intorno al desiderio di riconquistare il riconquistabile, sottraendo lo sport (ma non solo) allo strapotere dei diritti TV e alla patina della comunicazione effimera e steroidea propria del contemporaneo.