libri

le mie pubblicazioni

Bartali, l’ultimo eroico

 

Con Coppi cominciò un altro ciclismo; rimase bellissimo ma cambiò. Subito dopo lui vinsero il Tour i vari Kübler, Koblet, Bobet finché il vero successore del Fausto, da lui stesso vaticinato, fu Jacques Anquetil, grande passista, fenomeno delle crono e del gossip. Erano campioni ma diventavano anche divi, ricoperti di soldi e attenzioni, sempre più personaggi mediatici e manager di loro stessi. E il ciclismo, anche il terribile Tour de France, cominciò ad adattarsi a loro, ad addolcirsi, a seguirne caratteristiche tecniche per blandire gli idoli e le loro folle.
Ma fino a Gino Bartali, l’ultimo eroico, il Tour fu ben altro. Era stato pensato da Desgrange come una prova estrema, un’avventura perenne, un esercizio di sopravvivenza alle insidie della strada, della natura avversa, degli elementi, una corsa a eliminazione dove soltanto i più stoici avrebbero resistito, e in questo Bartali è stato il più forte di sempre.
Questo fu il Tour de France fino a Bartali, una chanson de geste che faceva sognare, che concedeva occasioni formidabili di riscatto a gente di estrazione plebea, dalla scorza di cuoio, che emergeva talora da trincee di fango come lo erano certe strade di montagna degli anni Dieci, come lo rimaseroalmeno fino al Secondo dopoguerra. Quel ciclismo eroico stava nel cuore di intere generazioni di nonni e padri; lo hanno dichiarato estinto i soliti apprendisti stregoni che disegnano strategie di business per qualsiasi sport. Ma che il ciclismo sia ben vivo lo attestano sempre più persone; e che il più bello sia stato quello dei tempi eroici credo lo dimostrino con efficacia anche le pagine e le foto imperdibili di questo libro.

scopri come ottenerlo

Luciano Berruti

Molti non conoscono (e non lo sapranno mai) il nome di quell’uomo che ti guarda negli occhi mentre pedala su una strada toscana. L’Eroica è lui anche senza di lui. Succede, a volte, che una persona diventi un simbolo, iconografia e narrazione. Luciano Berruti sarà l’eroe delle strade bianche per sempre come Che Guevara sarà l’icona del rivoluzionario. Luciano è il nostro simbolo, l’espressione della gioia, del piacere di uno sforzo fisico bello, la sfida di una passione in una società omologata. Non mi immagino cosa sarà la partenza dell’Eroica 2017 senza Luciano. Forse non ce ne accorgeremo perché è così intensa la sua immagine dentro di noi, dentro Gaiole, dentro L’Eroica. Luciano sarà con noi, con la sua gioia e i suoi silenzi portati dalla Val Bormida. Mi mancherà Luciano, quell’omino coi baffoni che frequentava la piazza di Gaiole conquistando tutte le simpatie possibili fino a far giungere la richiesta, già nel cuore di ognuno di noi, di farlo nostro cittadino onorario. Sono io ad avergli conferito, novello sindaco, la cittadinanza, e, quando ci ripenso, sorrido ricordando il calore, e gli abbracci che lui e sua moglie, la dolce Zosia, dispensavano e ricevevano in una comunità che subito gli riconobbe grandezza umana (… per l’attaccamento e l’opera emerita svolta a favore del nostro territorio da molti anni a questa parte). L’orgoglio vero di Gaiole in Chianti è aver potuto mostrare se stesso al mondo esportando semplicità… forse sta qua il segreto di questo rapporto così stretto con il ciclista venuto da Cosseria, l’Eroico! Semplice come la vita che ha vissuto, emblema di un’esistenza di paese fatta di abitudini e rapporti umani.